A partire dal 17 gennaio, giorno dedicato a S. Antonio Abate, si susseguono i Giovedì del Carnevale. Ogni giovedì è dedicato ad una specifica categoria sociale, oggetto di divertentissime invettive satiriche. Si passa così dal Giovedì del Monsignore a quello dei preti, delle monache, delle vedove, dei pazzi, delle donne, sino all’esilarante Giovedì dei Cornuti a cura dell’Accademia delle Corna che effettua il tradizionale taglio delle corna.
Il 2 febbraio, inoltre, nel giorno dedicato alla Candelora, si celebra la Festa dell’Orso: dopo aver girovagato per le vie del borgo antico, l’orso giunge in Piazza Plebiscito dove annuncia l’andamento climatico futuro sulla scorta delle condizioni meteorologiche della giornata (se il 2 febbraio c’è bel tempo l’inverno sarà ancora lungo). Uno spettacolo itinerante divertente e coinvolgente, tra i momenti più attesi del Carnevale di Putignano.
Ma è con la sfilata degli enormi carri allegorici in cartapesta che la festa entra nel vivo. Tre domeniche prima dell’inizio della Quaresima, il corso di Putignano si gremisce di gente desiderosa di divertirsi a suon di scherzi e marachelle, ammirando non solo i gruppi mascherati ma soprattutto le sette mastodontiche sculture in cartapesta dai colori vivaci che si muovono al ritmo di musica. Antichissima, infatti, è la cultura della cartapesta a Putignano, tramandata di generazione in generazione dalle famiglie di maestri cartapestai, che ogni anno modellano fogli di quotidiani misti ad una colla di farina per dar vita a creazioni uniche ed originalissime, le cui forme ripropongono in maniera satirica personaggi o eventi di attualità. La maschera simbolo di Putignano è “Farinella”, dal nome di un prodotto tipico della locale tradizione gastronomica: una farina ricavata da alimenti poveri come ceci ed orzo tostati.
Quattro sono i corsi mascherati, l’ultimo dei quali, il più atteso, va in scena la sera del Martedì Grasso, quando viene proclamato il carro più bello. Tanti, però, sono i riti legati all’ultima notte prima della Quaresima. A cominciare dal Funerale del Carnevale che va in scena subito dopo la conclusione della sfilata fino a notte fonda: un gruppo di improbabili preti girano per le vie del centro storico impartendo bizzarre benedizioni e recitando in vernacolo la vita del morente Carnevale, con al seguito donne in lacrime vestite a lutto per l’imminente inizio della Quaresima. Un maiale in cartapesta, simbolo dell’opulenza tipica del Carnevale, viene bruciato e la festa prosegue fino a mezzanotte sotto la Campana dei Maccheroni: a partire dalle 23.00 sotto una grande campana in cartapesta (i cui 365 rintocchi ricordato l’imminente inizio della penitenza) vengono distribuiti maccheroni al sugo con salsiccia, si balla e si brinda.